BISOGNA CHIUDERE GLI ALLEVAMENTI INTENSIVI PER PREVENIRE LE EPIDEMIE DI CORONAVIRUS.
RICHIESTA AL GOVERNO DI URGENTI INTERVENTI RESTRITTIVI DEL SETTORE ZOOTECNICO E DI ALTRI NECESSARI PROVVEDIMENTI DI PREVENZIONE DI ULTERIORI EPIDEMIE ZOONOTICHE, PRINCIPALMENTE DERIVANTI DALL’ALLEVAMENTO INTENSIVO DI ANIMALI A SCOPO ALIMENTARE.
Considerata la conclamata pericolosità dell’epidemia zoonotica di Covid-19 attualmente in corso e le necessarie misure restrittive adottate dalle Istituzioni governative, nonché lo stato di EMERGENZA SANITARIA nazionale dichiarato, oltre alle pesanti implicazioni a livello internazionale che la diffusione dell’infezione sta generando;
considerata inoltre la provata ORIGINE ANIMALE di tutte le zoonosi: fortemente agevolate da pratiche intensive di ammassamento, allevamento, spostamento e macellazione di animali destinati alla produzione alimentare, nonché dall’assunzione diretta di carne e altri prodotti di derivazione animale, spesso anche nel caso in cui gli agenti patogeni siano originariamente veicolati da animali selvatici (in quanto le specie allevate fungono da tramite verso l’uomo);
vista infine l’inefficacia dei METODI DI PREVENZIONE delle infezioni tra gli animali d’allevamento finora utilizzati, dimostrata dal sempre più serrato presentarsi di pericolose epidemie anche in Italia (quali morbo della mucca pazza, aviaria, influenza suina e appunto l’attuale sindrome respiratoria Covid-19): metodi basati sull’eccessivo uso di farmaci, causa del non trascurabile fenomeno dell’antibiotico-resistenza, e sulla soppressione di migliaia di capi potenzialmente infetti;
valutato oltretutto l’alto RISCHIO PATOLOGICO che il consumo di proteine animali comporta: legato all’insorgenza di tumori, ipertensione, coronaropatie, obesità, infarto, diabete, osteoporosi ed altre malattie debilitanti e riscontrata, contrariamente, nell’alimentazione vegetale una dieta sana e confacente alle esigenze umane, sotto ogni profilo nutrizionale, incluso quello proteico:
riteniamo opportuno e doveroso da parte del Governo, al fine di scongiurare il ripetersi di ulteriori gravi episodi epidemici, indipendentemente dalla presunta origine orientale dell’infezione in corso ed anzi imitando l’immediata rezione cinese in tale ambito, un radicale INTERVENTO RESTRITTIVO dell’attività zootecnica italiana, al fine di ridurre, per questioni di sicurezza igienico-sanitaria, sia il massimo numero di capi allevabili per singola azienda, sia il numero complessivo di allevamenti per Regione e sull’intero territorio italiano, raggiungendo gradualmente una totale eradicazione di questo comparto, fortemente dannoso dal punto di vista igienico-sanitario, ambientale e nutrizionale;
contestualmente chiediamo che vengano promosse incisive e diffuse CAMPAGNE MEDIATICHE educative della cittadinanza, volte a dissuadere fortemente dal consumo alimentare di carne e derivati animali, in linea con le più recenti prescrizioni nutrizionali dell’OMS, incentivando al contempo un’alimentazione a base vegetale, motivatamente più salubre e sostenibile. Consideriamo ugualmente doverosa la definitiva sospensione di ogni forma pubblicitaria legata ai prodotti animali, a causa della loro manifesta pericolosità per la salute pubblica, in linea con la politica adottata per il tabacco.
Chiediamo altresì che l’intero processo venga agevolato da un immediato aumento della TASSAZIONE dei prodotti di derivazione animale e da una contestuale agevolazione fiscale rivolta alla CONVERSIONE delle aziende zootecniche in aziende agricole dedite alla coltivazione, possibilmente biologica, anziché all’allevamento, introducendo un contemporaneo blocco delle politiche d’importazione dai paesi esteri di carne e derivati animali, nonché di bestiame vivo; parimenti chiediamo che il trasporto a lungo raggio, forte veicolo di infezione, di animali da macello, sia sospeso anche all’interno del territorio italiano;
invochiamo, per la stessa ragione, la sospensione di ogni forma di sostegno economico governativo rivolta al settore zootecnico e l’indirizzo di tali INCENTIVI verso aziende che promuovono e sviluppano prodotti alimentari sostitutivi di carne e derivati animali. A supporto di tali prodotti proponiamo l’attuazione di politiche di incentivazione alla diffusione e al consumo, quali la detassazione e la regolamentazione della distribuzione presso ogni attività commerciale e ristorativa.
Restando nell’ambito della somministrazione di cibo e bevande, riteniamo opportuno ed esemplare che le MENSE PUBBLICHE forniscano pasti di esclusiva composizione vegetale, in considerazione dei vantaggi igienici, salutistici e ambientali che questo comporta e che siano soppresse tutte le manifestazioni gastronomiche territoriali basate sulla promozione di carne e derivati animali.
Pur consci della complessità delle misure d’intervento proposte e della difficoltà d’attuazione nell’ambito delle politiche nazionali, europee ed internazionali, auspichiamo che la criticità della pandemia in corso renda evidente l’urgente necessità di eradicazione delle attuali abitudini alimentari basate sul consumo di carne e derivati animali: nell’ottica di completamento del doveroso intervento a tutela della salute dei cittadini, che lo Stato sta mettendo in atto.
Consapevoli altresì di aver formulato ipotesi tecnicamente imprecise, per carenza di competenze politiche, commerciali, amministrative ed economiche, ci limitiamo a presentarle a titolo d’indirizzo, demandando agli organi governativi competenti la loro corretta elaborazione, affinché gli urgenti provvedimenti necessari possano essere non soltanto adottati internamente, ma anche estesi agli altri Paesi coinvolti nelle attuali complicazioni epidemiche.
Per concludere, riteniamo che tali precauzioni vadano ad incontrare le stringenti esigenze di contenimento della CRISI AMBIENTALE e climatica in corso, visto il forte impatto inquinante degli allevamenti ed altre conclamate conseguenze della loro presenza: come il consumo di suolo, lo spreco di risorse idriche e alimentari, il disboscamento, la perdita di biodiversità, la sopraccitata antibiotico-resistenza, la contaminazione dei territori e delle falde acquifere a causa dello sversamento dei reflui zootecnici, l’estensione delle monocolture trattate con pesticidi destinate a foraggio, ed altre correlate manifestazioni di degrado ambientale. Dal momento che la maggior parte dei fattori appena elencati è altresì responsabile dell’aumentata frequenza delle zoonosi e della loro maggior diffusione, diventa inequivocabile e duplice il legame tra pandemie e allevamento di bestiame, rendendo oltremodo urgente e necessario prendere provvedimenti in merito.
Chiara Moranda, Alessandro D’Alessio e tutti coloro che firmeranno la Petizione su Change.org cliccando qui.