Obiezione di coscienza per la friggitrice, il microonde e… le macchine da caffè con le capsule! 😕
Ci sono degli oggetti che non dovrebbero mai stare nelle nostre case, ne parliamo al corso di Autodifesa Alimentare, si tratta di elettrodomestici non solo inutili ma anche dannosi che distruggono il cibo e ci aiutano per la discesa aiutandoci ad instillare nel nostro software (e in quello dei nostri cari) delle abitudini alimentari dannose…
Oggi parliamo di caffè e del perché dire NO alle capsule!
Ma dov’è finito il caffè di una volta comprato in chicchi in Torrefazione, e macinato al momento, per una bevanda piena di fragranza? Quello fatto con le macchinette Moka eterne, che si tramandavano da madre a figlia perché più le usavi e più il caffé veniva su buono?
“Eh no, poche vendite, costi bassi, nessun ricambio, non va bene… Inventiamoci delle macchinette di tendenza tutte cromate, care ammazzate e che occupino mezza cucina (che si comprano-rompono-buttano-comprano…), inventiamoci il caffé in energivore e insane monoporzioni tutte diverse e aromatizzate, mettiamo delle “boutique del caffé” nelle piazze più eleganti del mondo piene di capsule colorate, e poi vendiamogli anche gli accessori, i porta capsule verticali, orizzontali, a cassetto…”
Così si fa crescere il PIL! 🙁
Conosci la differenza tra PIL e RIL (Rifiuto Interno Lordo)?
Di PIL – Prodotto interno Lordo – e del suo inseparabile losco compare il RIL – il RIFIUTO INTERNO LORDO (e lordo in questo caso ci sta tutto ;.) ) – che ho identificato e smascherato tempo fa, ne parliamo nel corso “Diversamente Ricchi Live” e quindi non approfondiamo qui…
Però hai appena assistito a una fantomatica riunione marketing della più grande multinazionale alimentare al mondo (sì proprio quella che andrebbe boicottata per partito preso, ricorda: tu forse non sai perché, loro sì! ) che è riuscita a creare dal niente un bisogno inutile (e dannoso) solo per fare ancora più soldi a scapito della salute e dell’ambiente. 👿
Ormai è fatta! Anche il caffè è stato trasformato in una moda, un vizio sempre meno sostenibile a livello sociale ed ambientale.
Purtroppo oggi la macchina per il caffé con le capsule è diventata uno status, un oggetto di design che si sta installando prepotentemente nelle case degli Italiani.
Ma quanto “fa figo”?
Insomma ci vogliono convincere che “fa figo” poter fare istantaneamente il caffè agli amici come al bar, ma senza sporcarsi le mani, senza fondi di caffé da pulire, grazie alla colorata capsula dai colori sgargianti che si può anche scegliere. (“Istantaneamente” si fa per dire, dato che la macchina o la tieni sempre accesa – alla faccia del risparmio energetico – o devi attendere che si riscaldi… 😯 )
Ma come? E’ inspiegabile!
E la nostra intramontabile tradizione di Moka Italiana che ci ha fatto conoscere in tutto il mondo? E quel momento di relax, calma, slow, quel gesto tradizionale e tranquillizzante per prepararsi un “buon caffè”?
Il caffè viene svuotato della sua lenta tradizione di piccoli consapevoli gesti e diventa così un oggetto di mero consumo: le capsule, un altro modo per prendere in giro i consumatori sfornando un prodotto più costoso, più inquinante e più nocivo e sventolarglielo sotto gli occhi dipinto in colori sgargianti alla moda.
Inconsapevoli gazze ladre…
Talvolta ci comportiamo come delle inconsapevoli gazze ladre che arraffano tutto ciò che brilla, e – come accade sempre ogni volta che siamo inconsapevoli – c’è sempre qualcuno che se ne approfitta.
E anche tutti i gioielli, borsette, prodotti fatti a base di sedicenti capsule riciclate – talvolta comprate apposta vuote a questo scopo!!! – se diminuiscono il senso di colpa, certo non possono diminuire l’impatto ambientale…
9 motivi per dire NO alle capsule del caffè!
Insomma, non ci illudiamo… Vanno assolutamente messe al bando le capsule di alluminio o di plastica che sono un giocarello costoso per il consumatore, ma soprattutto tossico e inquinante con tantissimi svantaggi: 🙁
1) CAFFE’ IN CAPSULE PIU’ TOSSICO…
Tra i metodi di preparazione – polvere, solubile o capsule – il caffè da capsule contiene una dose 5-10 volte più elevata del tossico e cancerogeno Furano o Ossido di divinilene, prodotto che si genera nel processo della tostatura ma che essendo altamente volatile si disperde maggiormente con altri sistemi di preparazione.
2) CAPSULA STESSA TOSSICA…
Conservare i cibi in plastica o in alluminio non è certo l’ideale. Soprattutto quando sottoposti a sbalzi di calore: perché per il caffè dovrebbe essere diverso? Solo perché ci piace tanto? (Ma è davvero poi più gustoso?) 😯
Il metodo di preparazione del caffè non è sicuro, perché è altamente probabile che la capsula in alluminio o in plastica finisca per contaminare il liquido con metalli pesanti e diossina!
Per un bel caffè corposo con la schiumetta! 😕
3) CAFFE’ PIU’ COSTOSO…
Leggevo che una tazzina di caffè preparata con la Moka costa circa 0.15 euro. Circa la metà della capsula più economica del mercato, costi ambientali di smaltimento a parte. Scegliendo la capsula leader di mercato, un caffè ti costa fino a 5-7 volte di più!
Insomma fai i tuoi conti, c’è chi sostiene che bevendo due caffè al giorno preparati con la Moka invece che con le capsule, in un anno si risparmiano oltre 250 euro! Senza considerare le spese di spedizione delle capsule, e le spese di acquisto della macchina, che vediamo subito qui sotto, non è proprio “regalata“… 😯
4) MACCHINA ESAGERATAMENTE PIU’ COSTOSA…
Una buona Moka in acciaio costa circa 20 euro, ed è eterna (ogni tanto una manciata di euro per le guarnizioni) mentre una buona macchina per caffè in capsule costa dai 50 ai 1000 euro!!! E immagino che quella che costa 50 non faccia il caffé bene come quella da 1000! 🙁
Anche qui ci sono da tenere in conto le guarnizioni da cambiare, comunque. E poi c’è il consumo di corrente che non è poco, perché se la macchina non è ben calda – cioè accesa da un po’ – il caffè esce freddo (‘na schifezza!)
5) PACKAGING INQUINANTE…
Le capsule stanno costituendo un gravoso problema ambientale, tanto che ad Amburgo sono state vietate in tutti gli uffici amministrativi perché inquinano troppo! Ogni capsula di caffè contiene 5-7 grammi di caffè e rilascia nell’ambiente ben 3 grammi di packaging a base di alluminio e/o plastica. Non mi sembra un ottimo affare!
E occhio, anche se alcune capsule sono tecnicamente riciclabili, “riciclabile” non significato “riciclato”: pare che solo il 5% delle capsule in alluminio venga effettivamente riciclato, mentre le capsule in plastica essendo fuse con il caffè non vengono riciclate. E’ molto triste che i produttori se ne lavino le mani mettendo in circolazione altra immondizia tossica.
6) LA CAPSULA IN ALLUMINIO AUMENTA LA DEFORESTAZIONE, QUELLA IN PLASTICA FINISCE NEGLI OCEANI…
In Brasile e in altre zone tropicali, le foreste vengono rase al suolo a causa delle miniere a cielo aperto di bauxite, il minerale da cui viene ricavata l’allumina e con cui viene fatto l’alluminio delle capsule. Questo solo per l’estrazione. Mettici anche una lavorazione estremamente complicata, dispendiosa e tossica che crea fumi e fanghi inquinanti… 😕
E che dire delle capsule in plastica? Una buona parola anche per loro? La plastica è come un diamante, dura per sempre (o quasi) altrimenti non avremmo nei nostri oceani veri e propri continenti di immondizia galleggianti (cerca su Google: “Pacific Trash Vortex“).
Quante capsule di plastica ci saranno nel mare o in bocca ai pesci? E quante stanno bruciando negli inceneritori o nei termovalorizzatori? 😕
7) MACCHINETTA RIFIUTO TOSSICO…
Anche la macchina del caffè a capsule, elettrodomestico superfluo inventato di sana pianta, è inquinante quando si rompe (più spesso di quanto si pensi) e si butta, essendo composta da parti elettroniche, plastica, metallo etc. difficilmente scomponibili… (da PIL a RIL, ricordi? 😉 )
Mentre la Moka in alluminio o acciaio, oltre ad essere eterna, essendo composta da un unico materiale, salvo forse il manico in plastica che si stacca, almeno si può differenziare.
8) CAFFE’ “COLONIALE” …
C’è tanto fumo e niente arrosto in queste capsule dai nomi esotici studiati a tavolino per ammaliare il consumatore: ma resta il fatto che la provenienza e la qualità del caffè che c’è dentro è dubbia.
Difficilmente vi troverai caffè biologico o del vero commercio equo e solidale come dovrebbe essere un prodotto di importazione di questo tipo (leggi sotto al punto 3 e 4 “Quali le alternative per dire NO alle capsule del caffè?“)…
9) NESSUNA LIBERTA’ DI SCELTA…
Le marche più prestigiose di macchine del caffè in capsule non permettono tradimenti: una volta che hai scelto loro devi per forza rifornirti da loro. Quindi devi accontentarti di ciò che passa il convento. Anche se piano piano sta nascendo un mercato di capsule compatibili (ma poco Trendy)…
Sarò una fissata con la libertà personale, ma questa cosa mi sembra grave. Nella Moka ci puoi mettere il caffè che preferisci, anche l’orzo, volendo! 😉
Quali le alternative per dire NO alle capsule del caffè?
Ho trovato diverse alternative, dalla più soft a quella più hard.
Per inciso, visto che siamo sul blog di Autodifesa Alimentare, ricordo che il caffè in sé non fa bene, è un prodotto molto acidificante che danneggia l’organismo, disturba il sonno, è disidratante e fa venire mal di testa.
Il caffè è considerato una droga perché crea dipendenza, sollecitando i centri nervosi con quel fugace picco di energia che poi crolla subito dopo e può creare sbalzi di umore e crisi depressive, per non parlare dello zucchero e vari dolcificanti aggiunti che sono a loro volta veleni che giorno dopo giorno intossicano l’organismo… 😕
Ma non finisce qui, il caffè è stato definito dall’OMS come “probabilmente cancerogeno” (dall’International Agency for Research on Cancer (IARC), l’agenzia intergovernativa dell’OMS). In effetti contiene oltre 800 sostanze chimiche volatili, 16 delle quali sono note per causare il cancro. Una tazza di bevanda contiene almeno 10 milligrammi di noti agenti cancerogeni, tra cui – oltre il già visto furano – anche acido caffeico, catecolo, idrochinone e perossido di idrogeno…
Ma se proprio non riesci a rinunciare al caffè…
1) SE PROPRIO VUOI USARE LA MACCHINA DEL CAFFE’ A CAPSULE: SCEGLI IL COMPOSTABILE!
In alternativa alle capsule di alluminio (o plastica) si possono usare capsule compostabili, lanciate per prime da un noto produttore italiano (che a tratti sembra Greenwashing, ma come si fa ad inquinare a piene mani con 14 tipologie di capsule di alluminio e avere 2 tipologie di capsule compostabili – molto più costose – per “essere” ecologici?) 👿 Ma meglio di niente.
Però dato che non si tratta di capsule né di caffè biologico, né fair trade, suggerisco invece di acquistare quelle della COOP che nel frattempo ha messo sul mercato Tintoretto fiorfiore, capsula di caffè biologico, equosolidale e compostabile.
2) SE VUOI BERE UN CAFFE’ TRADIZIONALE: MOKA IN ACCIAIO!
Andrebbe usata una moka di acciaio inossidabile (e non di alluminio) perché l’alluminio – soprattutto con un prodotto altamente acido come il caffè – rilascia nanoparticelle che – vediamo come dirlo in modo soft… – rimbecilliscono e danneggiano il cervello! 😯
3) SE VUOI BERE UN BUON CAFFE’: SCEGLI IL BIOLOGICO!
Andrebbe comprato solo caffè biologico per evitare la presenza di pesticidi chimici assorbiti in grande quantità dai chicchi di caffè (tra l’altro nei paesi esteri – come in Brasile, 1° produttore mondiale di caffè che usa Glisofato e altri veleni – i trattamenti fitofarmaci sono molto meno controllati che da noi).
Un altro motivo per cui preferire solo il caffè biologico è per evitare la deforestazione, dato che le grandi coltivazioni intensive di caffè vengono fatte in pieno sole tagliando gli alberi per passarci con le macchine e poter irrorare con la chimica, mentre le piccole coltivazioni biologiche coltivano il caffè nel suo ambiente naturale, cioè all’ombra parziale di piante più grandi.
4) SE VUOI BERE UN BUON CAFFE’: CHE NON SIA RACCOLTO DA SCHIAVI!
E dovresti sceglierlo anche del commercio equo/solidale (marchi Fair trade et similia che ormai si trovano ovunque anche al super e al discount) perché il caffé – come il cacao e lo zucchero, è un prodotto esotico coltivato nel Sud del mondo sfruttando mano d’opera al nero, spesso anche minorile, senza alcun tipo di tutela di tipo economico o salutistico.
“L’uso smodato di pesticidi tossici sta decimando i lavoratori delle piantagioni di caffè brasiliane” titolava un articolo riportando uno studio di Danwatch: responsabile è un insetticida tossico, il Terbufos, legale in Brasile ma non da noi (tanto se compri caffè non biologico te lo mangi uguale! 🙁 ).
Pesticidi e condizioni gravose di lavoro si possono evitare, dunque, comprando prodotti del commercio equo e solidale che non permette il lavoro di bambini, garantisce pari opportunità tra uomini e donne, vigila affinché i lavoratori ricevano paghe eque e che non stiano in ambienti di lavoro pericolosi o tossici.
Va da sé che di solito il commercio equo e solidale vada a braccetto con il biologico: un binomio da valorizzare! (Non capisco perché talvolta si debba scegliere tra bio o fair trade… della serie: chi butti giù dalla torre? Io voglio un prodotto che abbia entrambe queste garanzie! 🙂 )
5) SE VUOI BERE UN BUON CAFFE’: BEVILO NERO!
Si dovrebbe evitare di zuccherare il caffè perché si aggiunge un altro veleno quotidiano al caffè: il saccarosio (hai letto il nostro Dossier “Dolce da Morire“?) o il dolcificante.
In alternativa prova qualche zucchero nuovo alternativo, tipo lo zucchero integrale dei fiori di cocco, bio equo e solidale!
Anche se meno grave, si dovrebbe evitare possibilmente anche il latte (caffè macchiato, cappuccino et similia) che caglia nello stomaco e non è propriamente una mano santa… (Hai letto il nostro Dossier “L’Inganno del Latte“?)
Insomma, se il caffè “nero” non ti piace, perché non provi un’altra bevanda? 😉
Quindi, ricapitolando:
Se proprio c’è questo pizzico di masochismo, questa voglia di continuare con l’abitudine malsana del caffè, meglio farlo con la Moka di acciaio, comprarlo bio equo e solidale e berlo senza zucchero o latte…
Infine…
6) SE VUOI BERE UNA BUONA BEVANDA SOSTITUTIVA…
Sostituire il caffè con l’orzo è possibile con un po’ di buona volontà: l’orzo biologico in varie forme (con la Moka, in decotto o istantaneo) è un ottimo succedaneo, e spesso è solo il gesto del caffè che manca, la pausa, la tazzina…
Insomma, provando 2-3 tipi diversi di orzo finché non trovi quello che ti piace (io mi trovo benissimo con l’orzo solubile bio fair trade di Alce Nero, che si prepara in un attimo… ma ce ne sono tanti altri), dopo 2-3 settimane non sentirai più nessuna esigenza di caffè!
Termino con la frase con la quale concludo tutti i miei articoli di consumo critico…
“Comprare equivale a votare!”
Smettiamo di dare i nostri soldi a chi ci prende in giro e non lavora per offrire a noi e alle nostre famiglie un mondo più sano, pulito, giusto.
Ci vediamo nella aule di Autodifesa Alimentare!
Pace & Amore!
🙂
Viviana Taccione
Scrittrice, Trainer e Downshifter
Autrice di Autodifesa Alimentare
Purtroppo, scritto su un pianeta ancora distante ALMENO diecimila anni sicuri, da una VERA evoluzione verso un RISPETTO totale verso se stessi e verso l’habitat!
E peccato che tra pochi decenni saremo troppi miliardi su un pianeta già al limite (per i prezzolati del potere, e per i decerebrati increduli che gridano subito che è un “gomblottooooo”, leggersi le ultime dichiarazioni in merito del Prof. Stephen Hawking), e non avendo raggiunto nessuno sviluppo di REALE CIVILTÀ, ci autodistruggeremo.
Comunque, ancora complimenti all’autore del blog
In questo momento sono a IBIZA a tenere un corso insieme a Leonardo Di Paola, e parliamo proprio di responsabilità e abbondanza etica.
Ti confesso che sono un tantino più ottimista sul potere personale delle gente, piano piano, con un adeguato lavoro di formazione e passa parola sempre più persone si risveglieranno… 🙂
Un carissimo saluto!
Kamira realizza l’espresso cremoso (1 tazza o 2 tazze) su qualsiasi fornello (gas, induzione, vetroceramica, elettrico) con la semplice polvere di caffè uso moka. Il Suo inventore, Nino Santoro, spinto dal desiderio di rendere “libero” il consumatore, senza vincoli o obblighi di acquisto, di aiutare l’ambiente perchè la Kamira è nata ecologica, ha sviluppato negli anni il sistema kamira, per rendere una semplice macchina per l’espresso “Indistruttibile ed economica”.
Per maggiori informazioni restiamo a Sua disposizione.
Grazie
Kamira
Stavo curiosando nel vostro sito, vista la vostra attenzione per l’ambiente, sarebbe ottimale che consigliaste l’utilizzo di un caffé biologico, equo e solidale, un connubio perfetto con la vostra bella macchina. Poter usare il caffé che si desidera, senza dover comprare quello “griffato”, può significare anche scegliere meglio in sintonia con l’ambiente e i lavoratori, no? 😉
Mi auguro di provarla presto, intanto in bocca al lupo per la vostra attività…
Cordialmente.
🙂
Viviana Taccione
Il costo di un buon prodotto si aggira intorno ai 0.20 cent di euro, con una delle migliori macchine casalinghe a cialda ( circa 120 euro) stesso prezzo del prodotto passato a moka ( la medesima polvere non confezionata costa il 10% in meno, ma la moka chiede il 10% in più per produrre la stessa porzione ).
Parlando della moka dobbiamo precisare che, oltre al rischio di modificare la composizione organolettica del caffè a causa della temperatura troppo elevata, si incorre nel problema comunque della durata decennale della moka.
Dopo circa due mesi di utilizzo una moka in alluminio sviluppa 10 volte più contaminazione di ossidi di alluminio e sostanze cancerogene dovute agli accumuli di sostanze bruciate, nella camera caffe, rispetto ad una cialda di carta.
Potrei elencare altre decine di motivi per scegliere la monodose in carta riso, ma per adesso mi fermo qui.
Certamente meglio la cialda in carta compostabile rispetto alle capsula in alluminio e/o plastica usa e getta, sono d’accordo con te… Ma non credo che tu abbia letto il mio articolo fino in fondo (forse non ami la fantascienza? 😉 ) perché sono la prima a dire che la moka deve essere di acciaio inossidabile di buona qualità e assolutamente NON di alluminio!
Peraltro il caffè sfuso di buona qualità bio equo e solidale è sempre la migliore scelta. Come ambientalista e appassionata di nutrizione consapevole, trovo assurde ed energivore tutte le soluzioni “porzionate”, eccessivamente imballate, frutto di strategie di marketing acchiappasoldi… Meglio comprare confezioni di prodotti non lavorati, il più grande possibile, sfusi, e fare da soli. Il caffè appena macinato, poi non ha comparazione con quello in polvere. Ma comprendo che se tu vendi le cialde in carta di riso non puoi essere d’accordo con me! 😛
Nel frattempo, per chi non vuole proprio rinunciare alla sua “macchinette divora capsule”, sono nate finalmente delle capsule ricaricabili di acciaio inossidabile di buona qualità. Meglio che niente.
Grazie del tuo intervento, continua a seguirci! 🙂
E’ una questione di VALORI, Massimo.
Rispetto i tuoi, per te è più importante premure un pulsantino e berti il caffè, senza sforzi, e cambiando sapore facilmente…
Per me è più importante non inquinare, salvare il pianeta, risparmiare energia e risorse e, un paio di cose che forse ti sono sfuggite, avvelenarmi di meno e vivere più in salute da una parte, dall’altra rispettare i diritti umani di lavoratori e famiglie del sud del mondo utilizzando un caffè Bio, Equo e Solidale!
Almeno io ci provo, che ci possa essere qualche truffa, come in TUTTI i settori, non mi esime dal fare il meglio che posso con le risorse a mia disposizione. E’ una questione di VALORI come dicevo, priorità e coscienza… 😉
Buona vita!
contenta che l’articolo piaccia e che a distanza di anni continui a causare reazioni e utili confronti… 🙂
Parli di “integralismo” involontario, non capisco bene a cosa tu ti riferisca… Sono d’accordo con te che non si possono sempre capire gli impatti nascosti delle varie scelte, magari potessimo riuscire a soppesare tutto, e poni una serie di domande intelligenti sull’impatto ambientale dell’uso della Moka a cui però non posso risponderti. Se trovi studi scientifici che possano fare luce alle tue domande, fammi sapere!
Secondo me – usando il buon senso – (a parte le macchinette esplose con danni alle cucine, cosa di cui francamente non ho mai sentito parlare! 😉 ) e a parità di corretta manutenzione (magari i fautori della Moka potrebbero parlarti di “incendi causati da un uso sbagliato delle macchinette del caffè lasciata accesa su impianti elettrici vecchi”, oggi si sente di tutto! 😉 ), una semplice, piccola Moka di famiglia di acciaio credo abbia un impatto inferiore a una macchinetta del caffè con cialde comprata nuova, un apparecchio che porta con sé tutta una serie di gadget e acquisti “di lusso” assolutamente inutili… Certo molto meglio, una volta che uno ce l’ha, usata con capsule ricaricabili di acciaio e caffè bio equo e solidale, siamo perfettamente in linea su questo! 🙂
A tutto ciò si aggiunga il canto ammaliatore della Sirena del consumismo, che – come direbbe Pepe Mujica – oltre ad avere un impatto negativo sul pianeta perché consuma risorse e crea rifiuti (la Moka è quasi eterna, le macchinette no, una Moka extra in dispensa ti entra sempre, una macchinetta vecchia la butti in discarica) incide anche sul nostro tempo di vita. Alla fine si vive per lavorare/guadagnare/spendere per riempire la casa con tutte queste “indispensabili” merci trendy, quando con un po’ di sobrietà in più si avrebbe maggiore spazio per godersi la vita dedicandosi a quello che conta realmente. (Ne ho parlato qualche giorno fa recensendo un libro, qui: https://www.ifeelgood.it/blog/ricco-solo-risparmiando/)
Uè, poi per me il caffè non è neanche una religione, quindi stiamo solo chiacchierando un po’…
Grazie per il tempo che ti sei preso per commentare l’articolo e offrirci la tua opinione e alla prossima!
🙂
Viviana
Ma dato che ho un attimo di tempo, provo a risponderti uguale! 😉
In questo articolo stiamo parlando di cialde del caffè, e abbiamo chiaramente scritto che la moka inquina meno, e deve essere di acciaio e non in alluminio. E’ un piccolo investimento che vale la pena fare. Se poi “ci credi poco” non so che dirti: puoi provare a informarti e scoprirai che l’alluminio (come molti altri metalli) fa male al cervello.
Per tutto il resto che esula dall’argomento dell’articolo…
– Certo che l’acqua nelle bottiglie di plastica è un problema, ma chi ti obbliga a comprarla? Si vive benissimo anche senza!
Bevi l’acqua del rubinetto oppure investi i soldi della minerale in un piccolo depuratore da mettere in cucina. Così verrà anche un caffè molto più buono con la Moka! (vedi: http://www.ifeelgood.it/acqua)
– Certo che i cibi confezionati in plastica sono un problema, ma chi ti obbliga a comprarli? Scrivi “Ci stanno riempiendo di plastica da tutte le parti e non possiamo fare niente” certo che puoi fare qualcosa! In tutti i quartieri e paesi d’Italia ci sono mercati settimanali dove vendono cibo sfuso, ci sono mercati dei contadini di Campagna Amica, operatori biologici che consegnano a domicilio 1 volta a settimana e migliaia di gruppi di acquisto. Chi ti obbliga ad andare al supermercato? Per quanto riguarda i negozi che vendono sfuso, molti vendono anche on line come http://www.negozioleggero.it che vende tutto in vetro e prende anche indietro le confezioni di vetro gratis. Altro che 50 chilometri!?! Basta solo volerlo.
– Poi parli di “buste di minestre già pronte o i sughi in scatola o tutti gli altri alimenti preparati e confezionati” che sono “avvelenati più delle cialde”: chi ti obbliga a comprare cibi lavorati e confezionati? Compra alimenti sfusi, cereali, legumi, verdure, frutta come si è sempre fatto. Si sa che gli alimenti industriali non sono sani come quelli freschi. Esistono solo perché la gente li compra. Smettiamo di comprarli e non li venderanno più. Trovi in questo blog un sacco di idee e soluzioni per mangiare bene, sano, in modo sostenibile e spendere poco.
Concludi scrivendo “Purtroppo è il mondo che va così e dico purtroppo”, ma non mi sembri abbastanza dispiaciuto, almeno non tanto da fare nulla al riguardo. C’è una moltitudine di persone che invece reagisce ogni giorno e prende le sue decisioni per vivere una vita sana e che inquini il meno possibile se stessi e l’ambiente. Sei liberissimo di farlo anche tu! Perché sai… “Chi non vuole fare una cosa troverà sempre una scusa, chi la vuole fare troverà sempre una strada!”
Pensaci… In bocca al lupo! 🙂
Il caffè appena macinato è delizioso, anche noi lo compriamo in grani, bio e fair trade, lo conserviamo in frigo e poi lo maciniamo un po’ per volta per mantenere la fragranza! 🙂
Che dirti? Sei stata bravissima a disfarti delle cialde. Se la nuova macchinetta automatica è in acciaio e bella resistente, secondo me come investimento ci può stare… 🙂 Per “espiare” la spesa poco “decrescitosa” e condividere il benessere che ti stai concedendo anche con gli altri, ti raccomando di comprare caffè in grani biologico e del commercio equo e solidale. E i fondi di caffè non buttarli, puoi usarli per scrub per il corpo, come compost o anche direttamente come concime per le piante sul balcone, soprattutto le acidofile come gardenie, ortensie, fucsie, etc…
Un abbraccione e buon caffè!
🙂
Di questo avviso sono anche i test condotti da il Salvagente. Dopo aver verificato i quantitativi di furano nelle capsule in esame (compresi i precursori) e prendendo in considerazione il livello di sicurezza sopra indicato,lo studio ha restituito esiti rassicuranti, anche se con qualche differenza tra gli 11 campioni analizzati, giungendo alla conclusione che in nessun caso un consumo “normale” di espresso potrebbe causare il superamento di queste dosi.
Le altre sostanze analizzate: acrilammide, ftalati e pesticidi
Oltre al furano, lo studio de il Salvagente è andato alla ricerca dell’acrilammide – sostanza inclusa dalla Iarc tra i “probabili cancerogeni per l’uomo”, che si può formare durante la cottura di cibi ricchi di amidi o la tostatura di cereali e caffè – rilevando, anche in questo caso, dati tranquillizzanti. I livelli, infatti, erano mediamente al di sotto della metà di quanto raccomandato dall’Autorità per la sicurezza alimentare europea.
Il Salvagente ha verificato anche la presenza degli ftalati, sostanze chimiche aggiunte alle plastiche per migliorarne la flessibilità, che possono interferire con il sistema ormonale. A tal proposito, un recente studio condotto dall’Università di Padova riscontrava la presenza di tali composti nelle capsule in plastica, alluminio e biodegradabili analizzate (seppur inferiori rispetto ai livelli di rischio giornaliero tollerati).
I test de il Salvagente hanno portato buone notizie anche su questo fronte: nei campioni esaminati, infatti, non sono state trovate tracce né di ftalati, né di bisfenolo (anch’esso considerato un interferente endocrino) né di pesticidi. E l’esame organolettico? Anche questo ha restituito un esito positivo in tutti i casi.
Ammesso che l’articolo che tu citi non sia “sponsorizzato” (abbastanza generico e rassicurante, quando la stessa Redazione parla altrove di microplastiche e pesticidi che hanno invaso la catena alimentare, MA fortunatamente nelle capsule da loro analizzate – quante? 2-10-20-100? Che marche? Che contenitori? – non li hanno trovati…) avrebbe confutato solo 2 dei 9 motivi per dire NO alle capsule del caffè!
Quanto alla tua domanda… Che dirti?
Quante soluzioni sono “sotto i margini di sicurezza” o non se ne studiano le interazioni solo per mandare avanti il mercato? Parliamo di coloranti, grassi trans, pesticidi, inquinamento elettromagnetico, farmaci, etc… Io non berrei mai qualcosa cotto nella plastica o nell’alluminio, checché qualcuno ne dica bene… Vedi tu!
Un caro saluto!
🙂
Sono un consumatore -moderatissimo- di caffe’. Non sono ne’ un’esperto del caffe’, di materiali plastici o packaging e/o simili, ne’ un chimico (ma lo e’ mia moglie, docente universitaria in chimica, appunto, alla quale chiedero’ un’opinione sulle cose qui affermate). Quello che pero’ so con certezza, e’ che il caffe’ NON fa venire il mal di testa come avete scritto… Anzi, esattamente il contrario! Il caffe’, o meglio, la caffeina, aiuta contro il mal di testa o l’emicrania. A dimostrazione, qualora fosse necessario, vi allego due link per due farmaci contro il mal di testa:
“Tachicaf” e “Panadol Extra”, dove, oltre al paracetamolo, per un effetto piu rapido e potente, viene aggiunta proprio la caffeina!
bit.ly/3i9v5gG
“L’associazione di paracetamolo 1000 mg e caffeina 130 mg è una combinazione in grado di produrre un effetto analgesico più rapido e più potente rispetto allo stesso dosaggio di paracetamolo assunto da solo.”
https://www.drugs.com/uk/panadol-extra-tablets-leaflet.html
Fortunatamente siamo tutti diversi, e ognuno ha reazioni differenti verso alcuni cibi. Il caffè è disidratante e la disidratazione in alcuni soggetti predispone verso il mal di testa (tra le altre cose)…
Il fatto che mi citi come prova contraria un “bugiardino” (che già il nome parla da solo! 😉 ) e comunque un farmaco, non mi convince molto. Big Pharma ha riempito il mercato di prodotti farmaceutici inutili, tossici, che passano i test anche con percentuali minime di successo. Questi farmaci che citi non li conosco, perché non sono solita usare farmaci, può anche darsi che in alcune circostanze e in alcune persone la caffeina, che è vasodilatatrice, possa far passare il mal di testa (come ho detto, siamo tutti diversi), ma questo non significa certo che il caffè – soprattutto il caffè in capsule, tornando al focus dell’articolo, sia… una mano santa!
Un caro saluto e continua a seguirci.
🙂