Senza parole!
E dopo l’aglio che viene dalla Cina, che ammesso non sia tossico e radioattivo sicuramente è vecchio e consuma un sacco di risorse e carburante perché viaggia in container dall’altra parte del mondo… (Tu la controlli la provenienza dell’aglio, prima di metterlo nel carrello?)
Inizia ad andare di moda l’aglio già pelato… 😯
Come questa aberrazione nella foto in vendita in Messico (speriamo che non arrivi anche da qui da noi! 🙁 )
Eh già… Che “brillante” idea imballare l’aglio in blister!!!
A parte l’assurdità di proporre tagliato un prodotto che si deteriora e invecchia non appena lo tagli, e che dunque perde proprietà salutistiche, profumo e sapore (come le mele o le arance a spicchi, roba per decerebrati!!!), a parte che già pelato e sbucciato lo paghi moooolto di più…
Ma perché impacchettare un aglio, che è già incartato egregiamente da Madre Natura in modo biodegradabile e compostabile, in una ulteriore plastica rigida che si decomporrà in poco meno di 500 anni? 🙁
Ed ecco che tuona spontanea una frase…
Se ti fa schifo sbucciarti l’aglio con le tue manine sante… non te lo mangiare!!!
Dopo questo piccolo sfogo ecologico…
Passiamo alla pars construens e vediamo qualche consiglio per l’autoproduzione e per l’acquisto dell’aglio, che non ha solo un sapore indispensabile per alcune ricette in cucina, ma è anche e soprattutto un antinfiammatorio naturale con proprietà antibiotiche, immunostimolanti e antiossidanti… 🙂
L’aglio te lo puoi autoprodurre in balcone o in cucina.
Prendi gli spicchi di un bell’aglio biologico e li metti in un vaso con un po’ di terra. Ogni tanto li annaffi, o li tieni umidi con uno spruzzino.
L’aglio germoglia da solo, basta che te lo dimentichi per qualche tempo… Lo sappiamo tutti benissimo.
Infatti cresce anche senza terra, o con pochissima terra, ad esempio in un bottiglione di plastica riciclato sulla finestra della cucina. Sul web è pieno di tutorial.
In questo modo ti garantisci un aglio di qualità, colto al momento, ed eviti imballaggi, etichette, buste e confezioni inquinanti.
Potrai usare le infiorescenze e lasciarlo nel vaso perché duri più a lungo, oppure a un certo punto fare delle belle trecce essiccate di aglio che dureranno tantissimo…
Se proprio non te lo vuoi coltivare, attenzione perché l’aglio deve essere biologico…
La differenza di costo tra un aglio non biologico o uno biologico è di pochi centesimi, ma – a livello salutistico – è tutta un’altra cosa!
Sorvolando sulla questione ambiente, che pure è cruciale (se compri prodotti che limitano i pesticidi e i veleni contribuisci a diffondere un’agricoltura che non compromette ulteriormente la Terra)…
Ricorda che l’aglio, come tutti i vegetali – radici e bulbi – che hanno la loro parte edibile sotto terra (come agli, cipolle, porri, carote, patate, topinambur, rape) è molto più a rischio perché sotto terra assorbe maggiormente gli inquinanti.
Quindi deve essere rigorosamente biologico.
Intelligenza obbligherebbe a sceglierlo locale e a km zero.
Quanto meno Italiano.
Certamente – e senza offesa per la Cina o per il Messico – non lo comprerei mai in un paese extra UE che non ha le nostre leggi sulla sicurezza alimentare.
Pace, Amore e un ottimo aglio bio!
😉