E’ più forte di me.
Non posso evitare di leggere le etichette e – guarda caso – incontro sempre delle sorpresine…
E’ accaduto l’altro giorno con una pasta Italiana, niente meno che IGP, che mi ha attratto perché si presentava come una pasta speciale.
Eppure anche lei aveva una sorpresina che un occhio allenato nella lettura delle etichette non può non notare (e fotografare)…
Iniziamo a leggere insieme il fronte della confezione.
La parte “pubblicitaria” dell’etichetta.
GIRO PER I SAPORI D’ITALIA,
viaggio nelle tradizioni culinarie enogastronomiche Italiane
SPAGHETTI pasta di Gragnano IGP
Pasta di semola di grano duro trafilata al bronzo
Ma vediamo il retro della confezione, la lista degli ingredienti, che è la sola che fa fede.
Innanzitutto…
Pasta di semola di grano duro.
Che grano? Non è specificato, quindi sarà un grano da agricoltura estensiva, il famoso e celeberrimo grano Creso, quello che va per la maggiore e che negli anni ’70 è stato bombardato con le radiazioni per diventare più basso e più facilmente coltivabile.
Non è un grano cosiddetto “antico“, quindi. Grani sempre selezionati negli anni, ma che almeno promuovono la biodiversità, molti dei quali solo bio o comunque con un glutine meno forte…
Non è un Senatore Cappelli, un Saragolla, una Tumminia, un Grano Monococco, un Gentil Rosso, una Vernaun Kamut, ecc. ma un grano duro senza nome e cognome, non meglio specificato.
E ora viene il bello…
Paese di produzione del grano: UE e non UE
Allora, innanzitutto: produzione “Europea”, sì ma esattamente da quale nazione di Europa? E produzione “non Europa”, sì ma quale nazione del mondo? Sarà diverso se il grano viene dal Marocco (faccio per dire) o dall’Argentina. Anche per una questione di km zero, tra le altre cose.
Paese di molitura: Italia.
Dunque, un grano che non ha nome, non si sa da dove viene, magari una mescola di vari grani importati da paesi differenti con leggi sanitarie differenti, ma molati in Italia. A Gragnano.
In effetti per legge si può fare, come abbiamo detto più volte, fa fede lo stabilimento di LAVORAZIONE del prodotto. Per questo motivo pomodori cinesi arrivati (marci?) e lavorati in Italia, oppure arrivati già passati e insaporiti con del basilico in Italia, possono diventare “legalmente” passata di pomodoro italiano.
Io però la trovo una scorrettezza.
Non dimentichiamoci che la lavorazione certe volte “sana”, bollendo con il calore, o mescolando dei prodotti che non sono “perfetti”. Sarà diverso mangiare un trancio di sgombro, ancora visibile nella sua forma originale, da dei surimi fatti con pezzi di pesce e “odore” di granchio… Bleah!
Vabbè, non divaghiamo.
Nello specifico la Pasta di Gragnano è famosa più per l’acqua che per il grano, in effetti. Sentiamo cosa dice Wikipedia:
La Pasta di Gragnano è un prodotto alimentare – ottenuto dall’impasto della semola di grano duro con acqua della falda acquifera locale – prodotto su tutto il territorio del comune di Gragnano.
Però che l’indicazione geografica protetta (IGP) si riferisca solo ed esclusivamente all’acqua e alla location della macina… 🙁
Cioè, mi stai a sfrugugliare con un marchio IGP, e io la geografia a scuola l’ho studiata…
E dato che io mi mangio il grano, oltre all’acqua, desidero che il grano di un prodotto “Italiano” sia prodotto in Italia con la sicurezza (si fa per dire, comunque meglio di niente) delle normative Italiane sui pesticidi che sono più severe – per certo – di quelle dei paesi extra EU.
Adesso non è che ce l’ho con questo tipo di Pasta, lungi da me, meglio questa che quelle paste super sponsorizzate che sono tutte Extra EU e manco trafilate al Bronzo o lavorate con fonti particolari… 😯
Anzi, mi perdonino i produttori di Gragnano che magari useranno grano meraviglioso (ma allora scrivetelo meglio!), me la sto prendendo solo ad esempio per capire insieme come le ETICHETTE possano essere ingannevoli.
Ingannevoli per un consumatore, anche se tecnicamente sono perfettamente a norma per lo legge dello Stato.
Ma si sa: fatta la legge, scovato l’inganno!
Nell’attesa che migliorino le normative sull’etichette alimentari (per fortuna ci sono diverse proposte in tal senso…)
Non so tu come la pensi…
Fammi sapere!
🙂