Ma se mi’ nonno ha mangiato pane e sarsiccia tutta la vita ed è campato cent’anni!!!
GRRRR... E già, ogni tanto anche a noi Wangels verrebbe voglia di “sfilarci le ali” e… SMASH!!! 👿
Si dedica la vita a fare corretta informazione sulla nutrizione, una nutrizione vitale, sane, gustosa e preventiva… e poi arriva il tuttologo con la solita frasetta che rischia di farti uscire dai gangheri. 🙁
Dato che il 70% delle malattie sono causate da mal nutrizione… ci lasciate aiutare in pace quel 70% di persone che rischiano un malanno???
E se tuo nonno fa parte del 30%… Beato lui!
E poi questo tipo di paragone “sta scadendo” e presto non si potrà più fare… I tempi cambiano.
La questione è: cosa ha in comune il nostro stile di vita con quello di un nonno vissuto nel dopoguerra?
Niente! 😕
Il nonno – cresciuto a “pane e sarsiccia” – come dice il tuttologo, in realtà la carne la vedeva (se la vedeva) solo nei giorni di festa. E la tradizione alimentare contadina puntava sui cereali integrali (perché la farina bianca era “roba da signori”) e legumi, che riempivano bene la pancia.
OGM? Coltivati in serra? Sballottati su autotreni su e giù per l’Italia?
No, magari del suo orto, o dell’orto di Zi’ Peppe – compare suo – che ci teneva a queste cose e se proprio ci metteva qualcosa ci metteva lo sterco di mucca.
E la terra era comunque “più grassa”, come dice la nonna. Perché l’agricoltura intensiva ancora non l’aveva sfruttata, svilita, impoverita. E i minerali, nella terra, c’erano ancora. 😯
E le bestiole? In allevamenti ammassate senza possibilità di vedere la luce elettrica, figli di tori inseminatori imbottiti di farmaci per assicurare prestazioni record, costretti a figliare in continuazione per produrre latte oltre ogni necessità naturale, oppure alimentate con cibi anemici in modo che restino bianche così come vuole il consumatore? 😯
E le salsicce, nonna le comprava al supermercato, già tritate con chissà quante bestie diverse dentro (davvero tutti maiali?) e buttate lì al banco frigo?
No, “mi nonno” aveva il suo orticello, i suoi 5 maiali, la sua mucca, il suo pollaio e qualche capretto… Era tutto “biologico” senza certificazioni, ma lui di chimica non ne usava, non si fidava, costava troppo, non sapeva neanche che esistesse…
E i maiali mangiavano il “pastone”, fatto con i resti della cucina (la roba che mangiavan gli uomini perché il maiale era una fortuna, di lui non si buttava via niente, e finchè campava bisogna trattarlo da signore!); alla mucca si dava l’erba, solo quella mangia la mucca, e alle galline le pannocchie… poi a beccare qualche vermetto nel cortile e qualche sassetto (che ci vuole per il guscio delle uova) ci pensavan da sole. 😯
Parliamo della colazione del nonno, delle merendine del nonno… mangiava prodotti industriali da forno tutti zuccheri semplici, coloranti, additivi e grassi trans?
Non credo! Ma se la nonna stava a casa a fare il pane e le ciambelle come piacevano a lui! Anche se le ciambelle eran cosa rara, giusto per la festa, perché ci voleva il burro e pure le uova, e quelle eran cose preziose, mica da usare tutti i giorni! 😉
Le galline le uova se le sudano, e una gallina ovaiola era una benedizione! E quando non ti faceva più le uova ti toccava tirarle il collo, ci rimediavi una cena e poi ti toccava tirar su un’altra gallina…
E uguale per il burro, ma lo sai quanto latte ti serviva per fare il burro? E la mucca il latte te lo faceva solo quando aveva il vitello! 😯
E avrà usato il pane integrale oppure quello sbiancato e morto lavorato al mulino mesi prima?
E il grano sarà stato il temibile grano creso, modificato ai raggi gamma? No, non credo “mi nonno” negli anni 70 era già grande, e questa malefatta l’hanno fatta allora. 👿
E quante volte nonno sarà andato al fast food? Neanche una!
Con nonna era tanto se la domenica andavano “a fare lo struscio” per la via del paese e si compravano una pasta alla cannella alla pasticceria di donna Concetta. 😉
E dulcis in fundo, lavorava davanti al pc, viveva in città inquinate, la sera stava davanti alla televisione mangiando cioccolatini per sedare depressione, irrequietezza e malumore?
No, “mi nonno” la depressione non sapeva neanche cosa fosse, andava in giro in bici perchè i soldi per l’auto non ce l’aveva, lavorava di fatica 12 ore al giorno, la notte si metteva sotto le coperte con la nonna e…
… lui la televisione non ce l’aveva, tanto è vero che ha messo al mondo un sacco di figli che sono nati un anno dopo l’altro!!! 😉
E’ vero, fumava un po’… ma le sigarette trattate chimicamente perchè creassero più dipendenza? No. E nemmeno ce l’aveva per vizio: è che a volte qualche signore della città lo pagava in parte coi soldi in parte col tabacco, che in paese mica si trovava sempre…
E’ vero beveva un po’… ma il vino al metanolo, trattato, allungato, sofisticato? Non credo proprio. 😯
In fondo all’orto c’era un pezzo di vigna, con l’uva che non si mangiavano gli uccelli si faceva il mosto, col mosto che non usava la nonna per fare i “sugoli” si provava a fare qualche bottiglia di vino, una per il natale e una perché forse durante l’anno un figlio si sarebbe pure sposato.
Insomma, povero nonno, una “sarsiccia”, ogni tanto… perchè no? Prima di addentarla l’aveva già consumata con gli interessi!!!
E tu Elisa?
Che mi dici di tua nonna?
Anche lei è cresciuta mangiando ovetti di scarsa qualità nutrizionale con sorpresine di plastica? 😯
Eh eh! La mia nonna viveva in un paesino vicino al mare, dove si campava con la pesca e le risaie. E a cena la famiglia con 4 figli e 2 anziani si riuniva attorno ad un unico cefalo affumicato nel camino nel quale ciascuno intingeva la propria porzione di riso.
E quando durante la guerra un paracadutista cadeva giù…con quella seta del paracadute si facevano le sottovesti da andare a vendere in città o scambiare con le uova. 🙂
La carne no, costava troppo, e le bocche da sfamare erano otto! La carne l’han portata gli americani, dopo la guerra, insieme al pane bianco, perché prima si mangiava la polenta.
E il cioccolato? Si masticavan le carrube. E il caffè? Si faceva con l’orzo, la segale e la cicoria. 😯
il dolce a fine pasto? No, ma a volte si faceva seccare la frutta che così diventava dolce dolce ma ci volevano i denti buoni, e mica tutti ce li avevano!
E i vaccini nessuno se li è fatti. Si giocava in mezzo agli animali, si mangiava la terra, ci si sgraffignava le ginocchia sugli alberi e nessuno s’è mai preso il tetano.
Al massimo venivano gli orecchioni a tutti, perché appena uno si ammalava le mamme ci mandavan tutti gli altri così si facevano gli anticorpi. E tutti son sopravvissuti al tifo e alla malaria…
E così i nostri nonni son arrivati alle soglie dei 90 anni, forse anche per una buona dose di fortuna che comincia per “C”, o forse semplicemente perché il loro organismo proprio nel momento dello sviluppo, ha ricevuto poche calorie ma nessun “nutriente sottrattivo”, nessun agente chimico, nessun additivo industriale.
È questa, ancora una volta, la grande differenza tra alimentazione e nutrizione e l’irrinunciabile correlazione tra fabbisogno e stile di vita.
🙂
Viviana Taccione & Elisa Pampolini
Wellness Angel Coach
www.autodifesalimentare.it
L’unico programma di alfabetizzazione alimentare esistente oggi che sposa la ricchezza di contenuti informativi fondati sui piu’ recenti studi scientifici – medici e naturopatici – di nutrizione umana con l’efficacia di una comunicazione divertente basata sui presupposti del Coaching, della PNL e del Pensiero Positivo.
Complimenti! 😀
Sarete 2 angeli, ma certo che quando vi ci mettete… brr poveri tuttologi!!!
Direi che il premio Strega è azzeccatissimo! 😉
grazie!!!!
è spiritoso e dice la verità…
i nostri nonni certe leccornie le mangiavano si e no due tre volte l’anno, non tutti i giorni come oggi…
Un bacio e grazie Lidia
Altro che streghe, Vivi ed Eli… partano in guerra!!! Poveri tuttologi hahahahahaha…
AVANTI RAGAZZE! Con questo spirito, nessuno vi ferma più 😉
Anche a me ha fatto tornare indietro con i pensieri la mia bisnonna mi raccontava che lei ci si affezionava al maiale e loro erano fortunati ad averne uno, quando gli andava a dar da mangiare lui le andava in contro e quando gli facevano fare il grande viaggio lei si chiudeva in casa con la radio a tutto volume per non sentirlo…ma questo signifacava anche mangiare per un pò di tempo.
Il vicino di casa di mio padre ci raccontava che lui, nel cortile di casa in mezzo a terra, erba e le galline ci giocava e quante volte si è messo in bocca una cacchetta pensando fosse qualcosa di commestibile.
Altro che vaccini e confezioni in polistirolo con le bistecchine belle tagliate e perfette!
Brave ragazze. 😉
E la figura iniziale? Ha azzeccato il nostro (di Wangel) stato d’animo di quando ci dicono la famosa e ormai trita frase di mio nonno…
Me la sono proprio risa. Un bel destro!
Poesia 🙂
Occhio alle streghe! 😉
Ma penso, è solamente la mia opinione (non vogliatemene, vi prego!”), che anche Carletto abbia la sua quota di benpensato, anche se forse un pò fuori tema. Non terrorizziamoci con l’idea che il latte di mucca sia il male assoluto, forse per molti sì, ma certamente non per tutti, qualcuno lo sopporta bene e lo metabolizza anche (non so quanto di scientifico ci possa essere in quello che dico). Io personalmente ho preso consapevolezza del non-valore nutrizionale di questo alimento, e l’ho da tempo sottratto dalla lista dei miei. Ma lasciamo comunque che sia l’informazione e la curiosità ad approfondire l’argomento a lavorare sui consumatori, il passaggio sarà certamente più soft e no-stress.
Per il resto mi trovate concorde sulla inconsistenza dell’affermazione da cui scaturisce l’articolo, e raccolgo a piene mani la risposta di Viviana ed Elisa, che ti suggerisce come affrontare con la dovuta immediatezza (quasi uno schiaffone!) gli scettici dalle affermazioni gratuite.
Con stima ed affetto. Michele
noi semplicemente offriamo la pillola rossa, non ce ne voglia chi preferisce scegliere quella blu.
E poi il latte è solo una minima parte del tutto. Ci sono talmente tante fonti in merito… basta aggiornarsi ed investire sulla propria salute. Ecco 3 libri supra partes:
– Il latte alimento da evitare
– Latte e formaggio
– La nuova rivoluzione del Benessere
Suggerirei il Corso di AA solo se seriamente interessati. (Astenersi tuttologi e masochisti! 😉 ) La nostra mission è condividere informazioni con chi vuole ascoltare ed è pronto a valutare alternative!
Lunga Vita e Prosperità! 🙂
Sembra che un cibo per essere considerato sconveniente debba come minimo provocare la morte quasi immediata al 100% dei suoi consumatori.
E poi non si considera che gli anziani di oggi sono stati concepiti e hanno sviluppato la loro costituzione moltissimo tempo fa, quando c’erano ben altre condizioni.
Grazie mille cara Francesca per la tua testimonianza!!! 🙂
@ Michele:
Andrebbe anche “benissimo”, caro Michele, se ognuno queste riflessioni se le tenesse per sé.
Ma usarle per demotivare gli altri che invece hanno capito che “siamo quello che mangiamo”… questo no!
Un salutone!
Mio marito è legato alla cucina tradizionale di sua mamma. Quindi bisogna mediare: poco di tutto! Io bevo il latte di soia e compro formaggi vegetali in un negozio biologico. Non ho il tempo di farmeli! Vi ringrazio della vostra controinformazione e Vi auguro ogni bene e buon proseguimento!
Aff.ma emanuela dal santo de munari
a Ferrara c’è un termine fantastico per indicare chi demotiva gli altri con le proprie considerazioni: SCUNZA AMNESTRA (letteralmente, una persona che toglie il condimento dalla pasta degli altri!) 😀
Che forte!
Insomma… Lasciateci il sugo, in fondo me lo mangio io questo piatto, no? 😉
🙂
c’è tantissima differenza tra alimentazione e nutrizione e questo si vede proprio se ci confrontiamo con i nostri nonni… :-/
grazie a te! 😀
Approfitto per farti tanti complimenti, vedo che ti sei messa sul serio a fare “i compiti” e seguire tutti gli approfondimenti lasciando anche i commenti. Siamo molto fieri di te! 😉
Un abbraccio e continua così!
🙂
Viviana & Leonardo
Grazie Marco e un saluto al volo per darti il mio personale benvenuto nel Blog di Autodifesa Alimentare. 🙂
A prestissimo!!!
Ogni estate vivevo per 3 mesi in un casale sulle colline tra Lucca e la Versilia, che mio nonno affittava fin dagli anni 60 per poche centinaia di lire all’anno. Vivevo con i miei nonni e i miei zii, accanto ad una famiglia di mezzadri. Mangiavo le susine dagli alberi, mungevo le mucche, davo da mangiare alle galline (un pastone a base di pane raffermo ammollato nell’acqua, latte, e altri ingredienti… e devo confessare che l’ho assaggiato più volte! :-). Ho visto un vitellino nascere, una volta. Vivevo ogni giorno allo stato brado, e mangiavano le verdure appena colte, il latte appena munto, il burro ancora caldo, l’olio e il vino dei loro campi. C’era un grande camino, nella cucina dei mezzadri, e ogni giorno cuocevano un pane buonissimo.
Oggi sono piena di gratitudine per quell’esperienza, perché anno dopo anno ho conosciuto la Natura, i cavalli, i boschi, le cacche di volpe, l’odore di stalla, i coniglietti, i barbagianni. Queste estati hanno mantenuto viva la mia Donna Selvaggia, e il mio amore per Madre Terra. Queste estati mi hanno permesso da adulta di incamminarmi verso una vita più sostenibile, naturale, rispettosa.
Quando hai guardato per tanto tempo una mucca negli occhi, quando hai tenuto in braccio un coniglietto e lo hai visto crescere, è difficile riuscire a mangiarli.
Grazie Viviana, grazie Elisa!