Oggi parlare di Alimentazione sana senza parlare di Ambiente non ha molto senso. Da quando sono emersi così tanti e così profondi legami tra consumo alimentare, fame nel mondo, inquinamento agricolo, problemi di accesso all’acqua potabile e impronta ecologica…
la consapevolezza ambientale è diventato il rovescio della medaglia della consapevolezza alimentare…
ed è giusto che sia così. 🙂
Ma mentre una minoranza sempre crescente di persone illuminate inizia faticosamente a notare queste implicazioni, magari dedicandosi a studiare Autodifesa Alimentare, una maggioranza purtroppo ancora dominante di fronte a queste cose sembra voler chiudere gli occhi con tanta più forza quanto più invece ci sarebbe urgenza (come quando ti svegli all’alba e intuendo che sta per suonare la sveglia nascondi proprio per questo la testa sotto il cuscino).
In questa fase, almeno qui in Italia…
è come se fosse sparito il “ceto medio” del buon senso alimentare…
e il mondo si stia dividendo sempre più tra persone attente e consapevoli – che comprano bio, si informano su quello che mangiano e iniziano a fare prevenzione a tavola – e disincantati (per non dire menefreghisti) assoluti – che si lasciano guidare dalla praticità (vedi surgelati e precotti) e dai sapori forti (vedi fritti e intingoli vari). 🙁
Sia come sia, guidata dai best seller seriali di ricette e ipnotizzata esclusivamente dalla fatidica prova costume, questa maggioranza “distratta” continua a pensare al cibo come ad un mero combustibile necessario per muoversi, come ad un fattore algebrico in cui l’unica cosa che conta alla fine sono le solite odiatissime calorie.
Riprendendo una metafora usata nelle nostre Aule, valutare la convenienza di un alimento basandosi sulle calorie è come valutare lo spessore morale di una persona dalla sua altezza.
Eppure questo approccio quantitativo non imperversa solo a tavola.
Questa brutta abitudine di limitarsi a misurare la realtà con la calcolatrice domina in effetti incontrastata anche nella nostra economia.
Gli economisti “ufficiali” continuano a ripeterci dall’alto dei loro scranni accademici o politici che per superare la crisi, per essere magicamente felici, per superare i problemi di soldi dobbiamo tornare ad avere un buon PIL, un generoso e crescente Prodotto Interno Lordo (il che significa fatturare di più e consumare di più).
Dando fiducia alla favola della crescita economica finanziaria infinita…
appiattiamo tutta la nostra attività produttiva alla semplice valutazione monetaria, dimenticando tanti altri fattori che non possono essere misurati in euro o in dollari, allo stesso modo in cui valori nutrizionali, fitonutrienti e impatto ambientale non possono essere misurati in Kcal.
Non è questa la sede per dimostrare come l’obiettivo incondizionato del PIL non solo non è possibile, ma non è neanche la soluzione.
Credo però sia utile per tutti liberarsi il prima possibile dalla schiavitù della misurazione di realtà in effetti non misurabili…
o che perlomeno non ha molto senso valutare basandosi su misure quantitative.
Mangiare seguendo le Calorie è come farsi guidare nella vita dalla ricchezza che possiamo produrre…
Non è sbagliato, forse… Certo è tragicamente fuorviante, come apprezzare i dettagli di un quadro di Van Gogh guardando una foto in bianco e nero.
E se è vero come è vero che ci teniamo tutti ad essere considerati ben più di un numero, ben più di una statistica, ben più di un ingranaggio…
i nutrienti che metti nel piatto e la mission che guida una vita si meritano ben più di un pallottoliere…
perché come ha dimostrato uno dei più brillanti orientamenti psicologici sul comportamento umano, quella del MIT di Palo Alto (California), fare di più (PIL) o assumere meno (calorie) non sempre risolve le cose…
Perché siamo esseri multidimensionali e magicamente paradossali.
Rispetto alla tentazione di misurare e soppesare, andare oltre i numeri ci arricchisce la vita, dunque.
Non è molto, è vero, ma puoi sempre contarci.
😉
Leonardo Di Paola
Coach & Trainer Autodifesa Alimentare
Complimenti, Leonardo, per aver colto nel segno.
Un tema scottante che raramente viene messo in discussione quello del PIL. E la similitudine con la questione delle calorie è del tutto appropriata.
Non per niente Fritjof Capra nei suoi saggi insiste sulla necessità di cambiare mentalità e soprattutto sistema di valori, se vogliamo uscire vivi da questa crisi universale, nella quale ci siamo cacciati proprio per aver perseguito per troppo tempo una crescita materialistica e quantitativa illimitata.
Grazie mille Michele per il tuo commento, il riferimento a Capra è prezioso! Rimbocchiamoci le maniche, facciamo del nostro meglio, pensiamo positivo e le cose prima o poi volgeranno al meglio…
Alla prossima! 🙂